La storia di Bombina è affascinante: le prime notizie che la riguardano risalgono al XIII secolo, quando divenne un podere della fattoria della Grancia di Montisi, proprietà del Santa Maria della Scala di Siena, così come dimostra uno stemma in pietra serena ritrovato durante il restauro.

Con la caduta della Repubblica Senese, il territorio di Montisi venne annesso al Granducato di Toscana, il quale divise le proprietà dello spedale in due lotti che mandò all’asta; il Conte Martinozzi, di Montelifré, se ne aggiudicò uno, comprensiva anche del podere Bombina.

Il podere Bombina, proprietà quindi del conte Martinozzi, era diviso in due strutture: una parte adibita a fornace di mattoni e granai, e l’altra ad abitazione dei coloni. La tradizione artigiana locale, grazie alla composizione argillosa del terreno, era quella della realizzazione di manufatti in terracotta.

Successivamente – ma in epoche differenti – la struttura principale venne ampliata; l’ultima espansione del fabbricato risale al 1760, così come documentato dal ritrovamento di una incisione sui muri portanti interni alla casa.

Lo stemma fu ceduto dalla famiglia Martinozzi per poi essere riprodotto in ceramica sulla facciata del podere in sede di ristrutturazione.